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Ad oggi la Rete Sismica Nazionale è costituita da circa 500 stazioni distribuite sul territorio nazionale, tutte teletrasmesse alla Sala Sismica dell’INGV, dove viene effettuato il servizio h24 di localizzazione e valutazione della magnitudo per gli eventi sismici che si verificano in Italia e nelle aree circostanti.

La maggior parte delle stazioni è gestita direttamente dal personale delle varie sezioni e sedi dell’INGV, ma grazie alle attuali possibilità di comunicazione fornite dalle nuove tecnologie e da Internet, la RSN viene implementata anche con le stazioni gestite da altri Enti e Università sia in Italia che all'estero.

Contribuiscono alla RSN le seguenti Organizzazioni:

  • la rete dell’Italia Nord Occidentale Lunigiana e Garfagnana, gestita dal Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova (DISTAV, codice di rete GU);
  • la rete a larga banda dell’Italia Nord Orientale gestita dal Centro Ricerche Sismologiche (CRS) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS- CRS, Codice di rete OX);
  • le reti regionali del Trentino (codice di rete ST) e dell’Alto Adige (codice di rete SI);
  • la rete della Regione Marche;
  • la rete dell’Alta Val Tiberina (progetto TABOO);
  • la rete di Larderello;
  • la rete dell’Irpinia;
  • la rete dell’Università della Calabria.

L’elenco completo delle stazioni della Rete Sismica Nazionale, gestita dall’INGV e delle altre reti regionali e locali gestite da altri Enti è disponibile alla pagina http://terremoti.ingv.it/instruments).

La Rete Sismica è una infrastruttura in continua evoluzione: cambiano e si perfezionano sia i sistemi di acquisizione che di trasmissione, aumenta il numero di stazioni, si approntano sistemi di backup per garantire sia la ricezione che l’archiviazione dei dati.

I costanti sviluppi tecnologici implementati negli ultimi anni hanno apportato un sensibile miglioramento del monitoraggio, consentendo da un lato di abbassare sensibilmente la soglia di detezione della rete e dall'altro di ridurre drasticamente i tempi di elaborazione per la completa fruibilità dell’informazione, sia a scopi di Protezione Civile, sia a fini di ricerca scientifica.

Ad oggi sulla maggior parte del territorio nazionale riusciamo a localizzare eventi di magnitudo strumentale (ML anche inferiore ad 1), mentre nelle aree dove la rete è meno densa siamo comunque in grado di determinare i parametri ipocentrali per tutti gli eventi sismici con magnitudo ML ≥ 2.5.