Foto dell'antenato del laboratorio mobile, detto anche “carro sismico” durante il terremoto di Tuscania (1971). Il laboratorio conteneva un “rack” e un vecchio tipo di sensore sismico “S13” (a sola componente verticale). La Renault 4 alla destra della foto, rappresentava all’epoca l’unico automezzo dell'Istituto.
Foto scattate in occasione dell’intervento della Rete Mobile durante il terremoto di Potenza nel maggio 1990. Suggestiva è la vista notturna.
L’Osservatorio Nazionale Terremoti (ONT) dispone di una infrastruttura di Rete Sismica Mobile che viene utilizzata da ricercatori, tecnologi e tecnici dell’INGV in due tipi di attività principali: attività di ricerca durante esperimenti temporanei di ricerca e durante le emergenze sismiche, quest’ultima nell’ambito delle attività del gruppo operativo SISMIKO.
La costituzione della Rete Sismica Mobile inizia negli anni ‘70 ai tempi dell’ex-Istituto Nazionale di Geofisica (ING), e utilizzata sin dal terremoto di Tuscania (1971), ma è la realizzazione del laboratorio mobile agli inizi degli anni ‘90 a rendere questa infrastruttura più efficace e a dare impulso a questa importante attività.
Il laboratorio mobile allestito su un furgone e costituito da 10 stazioni per l’acquisizione di dati sismici in telemetria digitale, ha rappresentato infatti uno strumento essenziale per il monitoraggio delle sequenze sismiche dal terremoto di Potenza (1990) fino alla sequenza sismica dell’Umbria-Marche (1997-98) e a quella di San Giuliano di Puglia in Molise (2002).
Negli ultimi 15 anni la Rete Sismica Mobile ha subito un notevole potenziamento della strumentazione e un'importante evoluzione tecnologica. Attualmente è composta da oltre 70 stazioni sismiche, dislocate nelle diverse sedi di Roma, Ancona, L’Aquila, Rende, Palermo e Grottaminarda, equipaggiate con velocimetri ed accelerometri a diversa banda, che consentono l’acquisizione di dati in un ampio spettro di frequenze, e configurate anche per la trasmissione del dato in tempo reale (attraverso telemetria UMTS o satellitare).
La Rete Sismica Mobile per esperimenti temporanei di ricerca
Negli ultimi 20 anni la strumentazione della Rete Sismica Mobile (ReMo) è stata utilizzata per numerosi esperimenti temporanei, alcuni con durata superiore all’anno. Gli esperimenti hanno coinvolto sia personale dell’INGV afferente a diverse sedi, sia personale di Università e centri di ricerca italiani e stranieri.
Dal 2007, la COmmissione di REte Sismica MObile (COREMO) valuta le richieste pervenute e predispone il prestito del solo parco strumentale gestito presso la sede di Roma a ricercatori e tecnici dell’ONT e delle altre sezioni INGV. Oltre a fornire la strumentazione per esperimenti sismologici in Italia e in altri Paesi, attraverso la COREMO si garantisce un supporto alla manutenzione delle attrezzature e all’archiviazione dei dati.
Alcuni esperimenti (e.g., Città di Castello (2000-2001), Cansiglio (2004-2005), Val d’Agri (2005-2006), Abruzzo (2003-2005), Sardinia (2014-2015) hanno previsto l’installazione di reti dense e locali (fino a 25-30 stazioni in aree relativamente piccole, per garantire una distanza tra le stazioni installate di circa 5 km). Lo scopo è di abbassare la magnitudo di completezza dei cataloghi di sismicità per studiare con più dettaglio il rilascio sismico di fondo e per ricostruire la geometria e l’attività sismica delle strutture sismogenetiche nelle aree di studio. Altri esperimenti si sono focalizzati sullo studio di aree geotermiche o aree in cui attività antropiche possono modificare il tasso di rilascio della sismicità (sismicità indotta). Altre installazioni di stazioni temporanee sono servite da supporto ad esperimenti di sismica attiva per la ricostruzione della struttura crostale (e.g., SERAPIS (2001), Stromboli (2006), Dionysus (2014)). Un ultimo esperimento, in collaborazione con altri istituti di ricerca internazionali, è il progetto AlpArray per lo studio della struttura delle Alpi e dell'Appennino Settentrionale. Per questo esperimento sono state installate nel periodo 2016-2019, 18 stazioni equipaggiate con sensori broadband con trasmissione dei dati in tempo reale al centro di acquisizione di Roma.
La Rete Sismica Mobile in emergenza
Tutte le sedi ONT aderiscono al gruppo operativo SISMIKO, il coordinamento delle Reti Sismiche Mobili INGV in emergenza. Durante le emergenze sismiche associate a terremoti con magnitudo M> 5.0, SISMIKO assicura l’installazione di una rete sismica temporanea ad integrazione delle reti permanenti presenti in area epicentrale. Questa attività, finalizzata al miglioramento del servizio di monitoraggio e di sorveglianza sismica ottimizzando la capacità di detezione degli eventi sismici e la qualità delle loro localizzazioni, consente di seguire con maggiore dettaglio l’evoluzione spazio-temporale delle sequenze sismiche e, a posteriori permette una migliore comprensione dei meccanismi fisici dei terremoti.
In tale ambito, presso la sede ONT di Roma, è attivo sin dal 2004 un servizio di reperibilità che costituisce, di fatto, il pronto intervento del gruppo SISMIKO. Un parco strumentale dedicato costituito da otto stazioni (equipaggiate con doppio sensore, impianto di alimentazione autonomo e sistema per la trasmissione dei dati in tempo reale) e custodito in un’area riservata, viene settimanalmente controllato dal personale tecnico reperibile che ne garantisce la continua funzionalità.
Condivisione dei dati
Come ormai d’uso nell’ambito della Rete Sismica Mobile, i dati registrati dalle reti sismiche temporanee sono archiviati nell’archivio dati EIDA (European Integrated Data Archive), nel formato internazionale SEED (Standard for the Exchange of Earthquake Data).
Le registrazioni continue effettuate dalle stazioni installate da SISMIKO durante le sequenze sismiche sono messe a disposizione della comunità scientifica nel minor tempo possibile senza alcun vincolo.
I dati provenienti dagli esperimenti scientifici sono generalmente rilasciati ai partecipanti al progetto e resi disponibili dopo tre anni dalla fine dell’esperimento. E’ in corso un progetto per il recupero di passate campagne sismiche ancora non disponibili in EIDA.